Eccoci qui con una nuova pagina della rubrica "Partecipazione". Questa volta vi avevamo chiesto qualche riflessione  sul nuovo singolo "La Fuga" ed ecco qui alcune delle vostre risposte.

Stefania:
<<Cosa centro e se centro in che…>>

"Ogni giorno della mia vita mi chiedo perché mi ritrovo in questo scempio (ambientale, umano etc etc),quando il mio spirito lotta per seguire la sua direzione, opposta a tutto questo Matrix che voi con questo splendido singolo mi avete buttato in faccia. Vi amo da Catartica."

Eugenia:
<<Guardo giù e non so altro
che non sia scegliere
La fuga, l’oblio
La fine, l’uscita di scena
L’eclisse, il nulla cosmico
La fuga, l’oblio
La fine, l’uscita di scena
L’eclisse, il nulla cosmico>>

"Questi otto v. contengono decine di cose. Tra cui: una poetica precisa (ritorna in tutta la produzione e mette Godano ben al di là del livello di una band rock. Diciamo dai suoi testi emerge una qualità di livello rilevante, come per un De André per intenderci. Ma anche di più, vista la minore finzione letteraria...). La possibilità di leggere questa visione in due chiavi diverse. Dal punto di vista psicologico sono pure molto interessanti (la fuga è un destino... in cui si vuole vedere indirizzata la massa - e quindi anche tracce di un odio, di una scissione - o riguarda anche il sé parlante?). Insomma, come sempre, le intuizioni del cantante sono molto aperte, profonde e vive, possono essere molto interpretate. E svelare molto ("per quello che si può, con quello che ci da" )."

Manuel:
<<Tu non vai più dove vuoi
E quasi più nulla decidi tu
Non ci credi, ma è proprio così>>

"Perché in effetti è esattamente così, di fatto per tutti, vista la pervasività degli algoritmi anche solo nel suggerire tendenze (dio, che schifo di parola) a proposito del prossimo ristorante in cui uscire a cena, o marche di elettrodomestici se per caso hai parlato di cambiare l'aspirapolvere in casa. La cosa agghiacciante è che il mondo del lavoro si sta adattando a questo tipo di dinamica: per esempio nelle aziende digitali che vivono di contenuti internet, la produzione di contenuti è esattamente sviluppata nella speranza di interpretare ciò che gli algoritmi premieranno."

Leonardo:

"Che bello, si parla de La fuga! Dunque, la prendo larga: “Correva l’anno…” - Scherzo. ? Ma in effetti fu in giovinezza (età mia attuale: 36) che andai a seguire una lezione di capoeira (lotta brasiliana simile a una danza) in una comune di Osho (ovvero: casolare in mezzo al bosco, natura, brezza estiva) e lì cominciò il mio graduale avvicinamento - culminato in notti da sogno sotto la Luna (oggi ahimè notti in lontananza) - a cose come: sciamanesimo, meditazioni attive, abbracci di gruppo. Il mio avvicinamento ai Marlene scaturì altrove, ma a volte i due mondi si sono toccati, finanche (retrospettivamente) in tempi non sospetti: “Lieve svenire per sempre dentro di noi…” Mi interrogavo sull’uso di quel verbo, che di solito si usa per descrivere cose abbastanza ordinarie (deliqui inaspettati o presunti tali) e invece lì lo “svenire” sembrava un rifugiarsi con scopi benefici… (“E se vuoi mantenerti buono e incorruttibile: rifugiati in te…” “La felicità è desiderare ciò che hai dentro in fondo all’anima…”) Cristiano quindi alludeva a qualcosa di più spirituale? Ed eccoci oggi a La fuga: “Rimbombami dentro, nel mio svenire, perduto dentro di me…” Il mio verso preferito, anche da cantare, è: “Amo restarmene qui, solo tra i soffi e i sibili…” Adoro l’uso della parola “sibili,” così pertinente, e il modo in cui la canta, dilatandone la pronuncia che di solito è un guizzo. Nonché amo i cori femminili che anticipano questo verso: al primo ascolto quasi impercettibili ma poi sempre più preziosi e insostituibili. E che bello attraverso la newsletter scoprire i dettagli del momento che ingenerò la composizione dei suddetti versi. Rimbombo: dolce frastuono. Durante uno dei miei viaggi in macchina (oasistici) pensai che il tamburellare del piede all’ascolto de La fuga (a tutto volume o quasi - a contaminare l’ambiente, ove idoneo) poteva ricondursi (volendo) a un tamburellare della coscienza che si risveglia... “Muovi quel corpo, guariscilo.” (La trance dance, la danza della vita.) Indi: risveglio per le coscienze di tutto il mondo: “Non ci credi ma è proprio così!” Concettualmente i miei versi preferiti (i più sconvolgenti) sono: “E tu non vai più dove vuoi, e quasi più nulla decidi tu…” E qua mi ridico che devo vedere il documentario consigliato da Cristiano più e più volte, per aprire gli occhi su quella socialità inquinante e inquinata: The Social Dilemma. Chissà perché lo evito.

Roberto:

Mi colpisce semplicemente il fatto che dopo tutti questi anni partoriate ancora pezzi di questa intensa liricità. Ascoltato una volta. Colpito. Affondato. Grazie Marlene, ci ri-vediamo a Milano il 20 luglio, per la volta della quale ho perso il conto. Sono un batterista che ha suonato un sacco di vostre perle nel tempo. In questi giorni mi sto ri-consumando "Nella tua luce". Siete andati avanti e siete ancora lì allo stesso tempo. Onesti. Grazie.

       

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